L' Ansia vuole parlare con te di te.

L' Ansia è lo spazio fra 'adesso' e 'poi'. (R. Abell)

La parola ansia viene spesso utilizzata nel linguaggio comune e quotidiano poiché è una sensazione che può essere avvertita da bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani, con differenti manifestazioni e intensità.

Oggi è diventato possibile “umanizzare” la propria ansia dal momento che ci si abitua precocemente a rispondere e reagire agli eventi con questo stato d’animo fino al punto di conviverci e di riorganizzare la vita attorno a lei.

“Ammalarsi” di ansia non costituisce sempre un disturbo in sé, ma un sintomo che, come la febbre, può presentarsi in appendice a un malessere o a una difficoltà.

L’ansia si veste di tantissime emozioni e non genera soltanto sintomi psicologici, ma si traduce in una serie di segnali fisici più o meno invasivi che si attivano quando ci si trova di fronte a una situazione percepita soggettivamente come pericolosa.

Ansia e paura hanno lo stesso interruttore cerebrale, così a volte l’ansia simula la paura (per esempio la paura di restare soli, di ammalarsi o di morire); altre volte compare con una morsa di tensione, senza che ci sia una specifica causa che la provochi e non facendo intendere con chiarezza quale sia l’oggetto del temere.

Situazioni scatenanti:

  • Legami sentimentali e rapporti con le persone a cui si è affezionati. Le relazioni sociali e interpersonali possono favorire l’insorgenza di problematiche ansiose legate al timore di confliggere, di essere giudicati o di un cambiamento di equilibri. Es: temere che la relazione venga danneggiata o interrotta, al contrario avvertire sensazioni di costrizione e soffocamento.

  • Difficoltà professionali. Si avverte il timore di un insuccesso a una prova/esame considerato importante o di non essere all'altezza di un determinato compito o ruolo, di cambiare o di perdere il posto di lavoro.

  • Stress e lo stile di vita. Può capitare di sentirsi disorientati dai problemi di sovraccarico: ci si sente schiacciati dalle incombenze economiche, dai picchi di lavoro, dai disturbi del sonno o dell’alimentazione. A volte si sente di avere un’ansia generalizzata, estesa a tutti gli ambiti della vita.

  • L’assunzione quotidiana, o l’abbandono improvviso, di alcol e droghe possono causare o aggravare stati d’ansia.

  • Esperienze pregresse. Se si è vissuto qualcosa di doloroso o traumatico si può essere ansiosi nel presente ad affrontare situazioni salienti che presentano o evocano stimoli simili.

La sintomatologia ansiosa funziona come un antifurto: allarma la persona portandola a sperimentare un senso di irrequietezza, nervosismo o agitazione.

Quando si è ansiosi non si è in grado di porsi riflessivamente domande e risposte, di pensare ai problemi e alle soluzioni con calma e lucidità, né di offrire dei feedback adeguati: non si è presenti né a se stessi, né tanto meno agli altri.

L’ansia può arrivare a sottomettere la persona fino a bloccarla con acuti episodi di tensione che scorrono tra la mente e il corpo come una scossa di “corrente elettrica”. Che si tratti di un’agitazione moderata o un dilagante attacco di panico, quello che spaventa è il modo dirompente con cui essa si scarica nel corpo inibendo il ragionamento razionale.

Tali momenti si presentano con aspetti:

  • mentali: sensazioni di paura e disagio che possono assomigliare a uno stato di costante fastidio o inquietudine, oppure a momenti di forte terrore. L’eloquio è confuso o disorganizzato, vi è incapacità di concentrazione, perdita di sprazzi di memoria e la percezione del tempo è dilatata.

  • corporei: la postura è caratterizzata da movimenti agitati a scatti, oppure rigidi e tesi. Sono presenti sensazioni di tachicardia, oppressione, respirazione accelerata o bloccata, tremore, estremità fredde, sudorazione, diminuzione della salivazione e nausea, vertigini, capogiri.

Lo stato di apprensione, dettato dal non poter prevedere quando arriverà la successiva manifestazione o attacco di panico, si somma all'affaticamento generale a cui è sottoposto il corpo, causando somatizzazioni, ossia la conversione dell’ansia in un disturbo fisico.

Lo schema cognitivo del disturbo è caratterizzato dalla rimuginazione, ossia dalla sensazione di non riuscire a controllare i pensieri, focalizzandosi su una ragnatela mentale di dettagli, che distoglie l’attenzione dalle soluzioni. Il rimuginio è uno stile di pensiero continuo e ripetitivo, che torna su se stesso e sui problemi in maniera inconcludente, innescando continue risposte di indecisione. Rimuginare sulle cose da l’illusione di avere un controllo su di esse e di poter fare qualcosa per risolverle. In realtà non è così. L’unica cosa che è stata realmente prodotta è la preoccupazione.

Complessivamente il comportamento più problematico dell’ansia è l’evitamento che diventa un freno a mano emotivo che spinge la persona ad accomodarsi in panchina per sottrarsi da ciò in cui crede di avere paura scivolando in evitamenti sempre più radicali.

L’indicatore più importante da valutare è la frequenza con cui l’ansia si attiva nelle relazioni e quanto impatta nello svolgimento delle attività quotidiane.

Può essere un segnale di accompagnamento legato a una condizione transitoria di stress, creando lievi ripercussioni senza ostacolare la conduzione di una vita serena.

Se invece assume un andamento continuo non più circoscritto a singoli episodi, divenendo lo stile emotivo con cui si affrontano la maggior parte delle situazioni, può essere definita come un disturbo patologico.

L’ansia ha in sé una natura aggressiva di fronte alla quale capita di sentirsi spiazzati poiché il più delle volte si presenta in maniera violenta, non chiedendo “permesso”, modificando negativamente il tono dell'umore. I repentini cambiamenti di stato d’animo producono un progressivo smarrimento che piano piano inficia la sicurezza e l'autonomia, finché non diventa parte integrante della persona.
I suoi sintomi mantengono l’individuo in uno stato di allerta che non è mai connesso al momento presente ma che oscilla tra pensieri ossessivi legati al passato e le preoccupazioni rivolte al futuro.

L'ansia non fa niente per caso. 

Essa porta in superficie ciò che sta accadendo dentro alla persona e la scuote per rivelarle qualcosa che profondamente la riguarda, un disagio da accogliere e imparare a conoscere.

Capita frequentemente che l’ansia sia deputata a segnalare come il proprio modo di vedere il mondo e l’atteggiamento di risposta ad alcune situazioni e problematicità non siano più funzionali allo stile di vita.

È pertanto necessario fermarsi e domandarsi: “cosa mi sta dicendo questa agitazione realmente?”.

Occorre quindi mettersi in ascolto della propria ansia al fine di comprendere ciò che infondo si ha da dirsi.

Dr.ssa Cecilia Bertolaso


A. Ellis, Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2013.

J. LeDoux, Ansia. Come il cervello ci aiuta a capirla, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2016.