Gli itinerari dell'amore

Mai è stato liscio il corso del vero amore. (W. Shakespeare)

Il termine coppia deriva dal latino copula che significa "congiunzione", "legame", "insieme". Ciò che stabilisce la sua vitalità è la presenza al suo interno di un sentimento condiviso che comunemente viene definito amore. L’innamoramento è un reciproco ripartire dal principio in cui tutto - la storia, la famiglia, le credenze - viene riplasmato per creare una nuova concezione del vivere. Inizialmente gli innamorati sono trasportati l’uno nell'altra da una pulsione erotica che li introduce in un’entità nuova: la coppia. Questa nuova diade è un uragano di energia, un gioco di spinte e controspinte, di avanzate e di ritirate, nonché una combinazione esatta di esse. L’alchimia di questi elementi è definita “affinità elettiva”, ossia, per usare le parole di Goethe, una sottile affinità chimica in virtù della quale le passioni si attirano e si respingono, s’associano, si neutralizzano e poi si separano e si ricompongono un’altra volta

È proprio a partire da questo nucleo incandescente, in cui si scontrano le forze che tendono alla fusione e all'individuazione, che la coppia attraversa molteplici fasi che richiedono una trasformazione, ora radicale, ora profonda, nella propria organizzazione:  

1. La nascita e la stabilizzazione affettiva della coppia: dall'innamoramento all'amore, alla scelta della convivenza o del matrimonio. In questo stadio si comincia a costruire l’identità della coppia. Le due componenti vanno così differenziandosi e distinguendosi dalle famiglie di origine, creando dei confini il più definiti possibili, attuando contemporaneamente un nuovo legame con esse. 

2. L'eventuale nascita di figli o loro adozione porta con sé una nuova ridefinizione del perimetro della coppia nelle relazioni con l’esterno, così come il sostegno e la legittimazione del ruolo di coniuge come padre/madre. Il dare vita alla nuova generazione mette inoltre il rapporto amoroso di fronte all'idea dell’invecchiamento.  

3. La successiva adolescenza dei figli porta la coppia alla costruzione di un nuovo assetto educativo di protezione flessibile, sia in funzione della loro crescita, sia nel confronto tra la propria adolescenza e quella dei figli stessi. 

4. La coppia affronta lo svincolo dei figli che cercano altrove soddisfazioni interpersonali. In questa fase possono essere rivalutate le proprie figure genitoriali identificandosi con esse. Le nuove relazioni dei figli al di fuori dl nucleo famigliare trasformano la relazione genitore-bambino in relazione adulto-adulto. 

5. La “via” del pensionamento, in cui la coppia si rilancia e si ristruttura in funzione dell’uscita di casa da parte dei figli e della formazione di nuovi nuclei familiari. I rapporti interpersonali sono ora con figli a loro volta genitori e con i nipoti. La coppia sperimenta le problematicità della terza età e le sue implicazioni relative alla salute e alla morte. 

Da questa visione prospettica la coppia subisce delle metamorfosi continue che, una volta stabilitesi, la convogliano in un comune progetto di vita. 

Le linee evolutive che la caratterizzano richiedono un sostanziale e dinamico riassetto, sia nelle relazioni interpersonali, sia nella rete parentale. 

Sincronicità e capacità adattiva sono suoi attributi possibili quando al suo interno convivono due individui che sanno distinguersi l'uno dall'altro mantenendo dentro sé sia l’altro che la propria famiglia di origine.  

I concetti di autonomia e di separazione-individuazione si ripropongono anche nella coppia: questa si muove da una fase di dipendenza a una di controdipendenza e, passando per l’indipendenza, raggiunge l’interdipendenza. 

Nella prima fase della dipendenza, la coppia vive un delirio passionale o simbiosi, durante il quale l’idealizzazione del partner è estrema, […]. La fase successiva corrisponde al periodo della contro-dipendenza e si caratterizza per il desiderio di differenziazione; è il periodo della disillusione dovuta alla scissione tra l’ideale e il reale, […] il conflitto in questo periodo è centrale e fisiologico anche in funzione di un apprendimento delle sue regole. L’indipendenza corrisponde alla terza fase e si caratterizza per un periodo di sperimentazione, la coppia sente l’esigenza di uscire dal nucleo a due e di esplorare l’esterno. E’ forse il periodo più problematico e pressante dal punto di vista conflittuale, si presentano litigi anaffettivi, crisi emozionale legate all'alternarsi di rimpianti e speranze. E’ la fase più a rischio di rottura anche perché corrisponde al periodo in cui possono avvenire i tradimenti. L’ultima fase dell’interdipendenza si basa sull'accettazione e integrazione di un legame imperfetto. […] La scelta de partner è indubbiamente collegata a modelli di attaccamento appresi nel tempo e che esiste a prescindere dai suoi mutamenti. 

In tutte queste transizioni l’influenza del mito familiare, organizzatore del proprio sistema affettivo, è maggiore o minore in funzione del grado di differenziazione che la persona ha raggiunto rispetto alla famiglia di origine. 

La scelta del partner risulterebbe il mezzo principale di trasmissione della semantica familiare che rappresenta le regole, i ruoli e i legami che i genitori hanno trasmesso ai figli con il compito di mantenerli per generazioni e custodisce, come sua peculiarità intrinseca, la generatività.  

Tale scelta non riguarderebbe soltanto due persone, ma sottintende una struttura di tipo triangolare: io – tu – gli altri, intendendo per altri tutto ciò che ha caratterizzato in modo significativo la crescita e i processi evolutivi della persona, rispondendo in tal modo a esigenze e bisogni di tipo sociale ed economico, nonché familiari, di affinità e di attrazione sessuale. 

Per questo talvolta i soggetti ripresentano nelle relazioni delle “simulazioni affettive” dettate dagli schemi educativi sviluppati nell'infanzia. 

Questi modelli, essendo il risultato di un processo cognitivo automatizzato, tendono ad auto perpetuarsi, anche se non hanno un carattere di assoluta irreversibilità e possono quindi modificarsi attraverso relazioni nuove e diverse, attraverso cambiamenti di vita significativi ed esperienze terapeutiche.

Lo stesso significato di matrimonio è mutato nel corso del tempo: dalla tradizione patriarcale, in cui esso era finalizzato alla custodia del patrimonio e fungeva da garante di discendenza, alla società contemporanea dove è simbolo di un’unione centrata sulla ricerca di senso, che risponde ai bisogni affettivi del singolo. In questo scenario sentimentale la coppia si basa sulla scelta reciproca pensata e sentita come “territorio" di stimolo del divenire dei singoli. 

Conseguentemente anche l’idea dell’amore si snoda lungo un tragitto unico e irripetibile per ogni coppia e soggetto. Una volta istituitasi in essa sopraggiunge il bisogno di un tempo più individualizzato, di ripresa dopo l’innamoramento, ossia un transito a un uso “strumentale” dell’essere in coppia a favore del divenire del singolo. In tale prospettiva l’esperienza di amare e di sentirsi amati produce in ciascun partner l’effetto di rinforzo a parteciparvi interi e insieme lungo il cammino. 

Conservare vivo un rapporto nel tempo richiederebbe infatti lo sforzo di allontanamento dal concetto di statica idealizzazione dell’altro e della coppia. In questo modo i due amanti si scoprono e si rilanciano continuamente, rincontrandosi come due unità capaci di dialogare in modo armonico e duraturo. 

Qualora non venisse conquistata l’autonomia, infatti, si rimarrebbe invischiati in una relazione di dipendenza affettiva in cui rimarrebbe latente il rischio di rispecchiarsi nell'immagine di un patto pronunciato, fondato sul vincolo di una promessa. 

A tale proposito il malessere, il conflitto e le manifestazione di problematiche psicologiche più profonde vanno ricercate nei passaggi chiave della storia della coppia. 

Dr.ssa Cecilia Bertolaso 


M. Andolfi, La crisi di coppia. Una prospettiva sistemico relazionale, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1999.

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