Anche il corpo e le necessità del nostro organismo cambiano perciò è importante restare in suo ascolto imparando a riconoscere i segnali di fame e sazietà.
E' utile informarsi sui cibi che compriamo e modificare le abitudini alimentari ogni volta che sentiamo che qualcosa non va; per esempio la presenza di fastidi digestivi, la mancanza di energia, l’iper o ipo insonnia, l’aumento di peso o di noia, lo stress, l’assenza di piacere nel condividere la tavola con gli amici.
Occorre pertanto prestare attenzione alla relazione che abbiamo con il cibo, distinguendo quando "mangiamo più con la testa che con la bocca", e tenendo presente che le diete vanno e vengono ma non sono risolutive sull'insicurezza.
A livello psicologico infatti il cibo ha poco a che fare con l’appetito, la fame e la sazietà. Il cibo rappresenta piuttosto l'amore e l'affettività e il rapporto con esso è complesso perché tocca le corde della cura e dell’accettazione di sé e l’immagine corporea.
Il modo in cui ci alimentiamo racconta la modalità funzionale o disfunzionale di nutrimento emotivo con cui autoregoliamo i sentimenti e cerchiamo di gestire le vicissitudini relazionali.
Capita frequentemente che il cibo venga usato per non sentire ciò che vive dentro di noi e per appagare o rifiutare uno stato emotivo che non trova metabolizzazione in altro modo.
In questo senso i comportamenti e le abitudini alimentari simbolicamente esprimono restrizione o abbuffata di affetto, desideri, bisogni, emozioni troppo difficili da mandare giù.
I disordini alimentari, se diventano cronici, cioè quando raggiungono i livelli di una patologia, sono tra i comportamenti di attacco alla salute più gravi e pericolosi.
Problematiche trattate:
Autostima
Svalutazione
Immagine corporea
Timore del giudizio
Instabilità emotiva: mancanza o eccesso di controllo